La paletta della Stratocaster, quella originale disegnata da Leo e tornata simile dopo la parentesi CBS, ha un che di magico, equilibri perfetti tra curve e punte, parti piene e vuote. Sembra semplice, banale, ma anche una trovata di design inimitabile. A me, e sono sicuro non solo a me, la visione di quella paletta perfetta emoziona sempre.
Ma se vi dicessi che invece è una mera trovata di praticità industriale con zero valore artistico?
Non ci avevo mai fatto caso e forse sono tra i pochi allocchi a non averlo notato subito, ma sono bastati due minuti in photoshop per farmi crollare un mito. Provate a dare un'occhiata a quest'immagine. Prendete due palette Stratocaster, ruotatele e noterete che combaciano pressoché in maniera perfetta.
Sembra quasi di guardare un'opera di MC Escher, ma qui non si tratta di disegni artistici, bensì di mera praticità costruttiva: riuscire a produrre più pezzi possibili con il minor materiale è fondamentale per ottimizzare una produzione di massa, e la paletta Stratocaster, compresa di manico, sembra perfetta a questo scopo, con niente di più né di meno dell'essenziale alla costruzione, un freddo mattone da incastrare con mille altri.
Con la Telecaster non si riesce ad avere uno schema così pulito, neanche la vecchia paletta Bigsby a cui la Stratocaster tanto si avvicina sembra avere una linea così factory-friendly, e molte palette moderne non sono accostabili allo stesso modo se non facendo manovre più complicate di rotazione e inversione speculare, a volte troppo astruse per poter essere considerate come il frutto di una progettazione preventiva.
In fin dei conti, non mi risulta neanche che i manici delle Stratocaster vengano prodotti in questo modo barbaro e qualunque video diffuso da Fender mostra la poetica mano dell'artigiano che plasma un pezzo alla volta con un mare di scarti che (vai a capire i chitarristi) noi vediamo quasi sempre come garanzia di qualità e cura verso il singolo esemplare. Ma... se fosse un piccolo sporco segreto di Leo? :p