di FBASS [user #22255] - pubblicato il 25 settembre 2012 ore 22:07
Dell'Enrico Caruso, quello vero, il primo Tenore ad averci lasciato la sua bella voce incisa sui dischi a 78 giri dell'inizio secolo XX, voglio farne un breve ritratto, anche perchè è nato e morto nella mia splendia citta, Napoli, tanto denigrata ma che ha saputo far crescere alcuni suoi figli che ci hanno riempito di gloria al cospetto del mondo intero.
Di Enrico Caruso, quello vero, il primo Tenore ad averci lasciato la sua bella voce incisa sui dischi a 78 giri dell'inizio secolo XX, voglio farne un breve ritratto, anche perchè è nato e morto nella mia splendia citta, Napoli, tanto denigrata ma che ha saputo far crescere alcuni suoi figli che ci hanno riempito di gloria al cospetto del mondo intero. Era nato alla via SS. Giovanni e Paolo al n° 7, una via del quartiere di San Carlo all'Arena, il 25 febbraio del 1873, 18° figlio ( ma con i primi 17 nati morti ) di una famiglia di umili origini, proveniente da una cittadina, Piedimonte D'Alife, oggi più conosciuta come Piedimonte Matese, in provincia di Caserta, ma al confine con la provincia di Benevento (che oggi rischia di scomparire). Il padre era un operaio di nome Marcellino, mentre la madre, Anna Baldini, morta di tubercolosi nel 1888, era un'umile donna di pulizie; dopo di lui nacquero vivi però altri 3 figli. Cominciò a cantare nei cori delle chiese fino a quando un baritono, Eduardo Missiano, sentendolo cantare, lo volle presentare al maestro Guglielmo Vergine, che gli procurò un contratto quinquennale, pretendendo il 25% della sua paga. Ma il suo vero esordio fu il 16 novembre 1894 con una parte ne L'amico Francesco di Domenico Morelli. Non sto qui a raccontarvi tutta la storia della sua carriera e dei successi negli Stati Uniti, in Europa ed in America del Sud, Argentina in testa, nei maggiori Teatri dell'Opera Lirica, Metropolitan compreso, è tutto ben documentato e conosciuto, voglio solo ricordare che l'11 aprile del 1902, a Milano, incise 10 dischi con arie d'opera per conto della casa discografica inglese Gramophone & Typewriter Company , e che vendette più di un milione di dischi, con l'aria Vesti la giubba dall'opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, incisa poco dopo nel 1904 ( ecco i grammofoni a tromba dell'epoca, in una foto di un ambiente ad essi dedicato, nel Museo dedicato a lui ).
Si sa che morì per una pleurite infetta, era in cura dal dicembre precedente presso un medico napoletano diventato poi santo, San Giuseppe Moscati, ma era anche paziente di un luminare della medicina a cui ora è intitolato un Ospedale a Napoli, Antonio Cardarelli ( all'epoca non si conoscevano ancora gli antibiotici, si sono visti solo con l'occupazione alleata del 1944, la famosissima pennicillina ne fu la prima, vedi Napoli Milionaria di Eduardo de Filippo e la battuta finale "Adda passà 'a nuttata" ). Il 3 agosto 1921, assistito dalla moglie Dorothy Park Benjamin, dal medico e da chi gli era stato sempre vicino, morì in una stanza dell'albergo Vesuvio sempre a Napoli, all'età di soli 48 anni ( si stava recando però a Roma per essere operato ).
Ora Enrico Caruso è sepolto a Napoli, in una cappella privata nel cimitero di Santa Maria del Pianto, in Via Nuova del Campo, a pochi passi da un'altra tomba di un altro grande napoletano, il principe Antonio de Curtis, ovvero Totò. Suo figlio invece asserì che l'evento scatenante fu un incidente durante il Sansone e Dalila del 3 dicembre 1920, quando il tenore fu colpito al fianco sinistro da una colonna crollata dalla scenografia e lamentò da subito un forte dolore intercostale, R.I.P. Eccolo in alcuni video con la sua spendida voce, prima però una foto con la sua giovane moglie Dorothy Park Benjamin ed alcuni amici ( è vera invece la storia della Soprano Ada Botti Giachetti, donna già sposata e madre di un bambino; con lei, conosciuta a Livorno in una stagione operistica estiva, ebbe una relazione che durò undici anni, da cui nacquero due figli, Rodolfo ed Enrico junior; lei lo lasciò poi per l'autista Romati, fu anche condannata a mesi tre di reclusione e a 100 lire di multa, nella causa intentata da lei contro lo stesso Enrico Caruso per denaro ):
Gli fu contestato di essere molto esoso nelle richieste di pagamento delle sue prestazioni canore presso i Teatri dell'Opera, ma quante volte invece ha cantato "Gratis" per gli emigranti italiani, con cui diceva di trovarsi come a "Casa Sua" e da cui era considerato quasi "una Persona di Famiglia", anche generoso nell'aiutare coloro che tra loro si trovavano in difficoltà economiche, poi a seguire il film cult del 1982 "Fitzcarraldo" , interpretato da Klaus Kinski come protagonista maschile ( nome modificato da Fitzgerald perchèimpronunciabile da parte degli indios amazzonici ), un ascoltatore entusiasta di Enrico Caruso, aveva sempre nel suo bagaglio i suoi dischi a 78 giri, che faceva suonare su un grammofono a tromba ( anche questo lo portava sempre con se ) e che voleva realizzare un Teatro dell'Opera ad Iquitos in Amazzonia, dopo aver sentito cantare il tenore durante una sua trasferta in America Latina a Manaus ( c'era pure Claudia Cardinale come protagonista femminile ), dopo qualcosa sugli emigranti, quì sotto c'è anche il Trailer del film Fitzcarraldo :