Ieri accendevo il mio Fender Deluxe Reverb (reissue). Valvole? Oh sì. Una manciata di pedali, quelli giusti, tutti analogici. Inutile fare nomi, li conoscete, dài. Un po’ di accordi, qualche assolo (nelle mie possibilità), tante considerazioni. Una su tutte, il fatto che i sistemi digitali si affannino da sempre a sciorinare algoritmi più o meno riconducibili alle sensibilità analogiche, valvolari, o ai transistor troppo spesso denigrati senza colpa alcuna. Quindi: cosa vuole offrire un sistema digitale? Perché ci sembra una profanazione assoluta il fatto che microprocessori anonimi e freddi come la gelatina di una medusa spiaggiata riescano sempre più spesso, con molto successo a mio avviso, con tanta affidabilità e versatilità a simulare e rendere fruibili le sfumature sonore di amplificatori altrimenti inarrivabili alle tasche di noi comuni mortali? Io, certamente, non ho la risposta, ma soprattutto, non mi interessa! Anzi, il fatto che siano disponibili più vie al raggiungimento di uno scopo, cioè il tono chitarristico che ognuno di noi ha in mente, mi sembra un avanzamento verso una sorta di democrazia delle 6 corde che livella all’istante ogni ritrosia di genere possa affacciarsi alla nostra mente. Oggi però mi è sorta una questione tutta digitale, visto che si affaccia nel mercato delle macchine no-tube il Neural DSP Quad Cortex, una periferica che, udite udite, sembra minacciare addirittura il Sacro Graal dei bit chitarristici, il Kemper, del quale sono un orgoglioso possessore ed estimatore. Volevo il vostro parere, stimati colleghi Accordiani. Ne sapete di questa macchina? Fa parte della vostra attrezzatura? Che giudizio ne date?
Vi aspetto.
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