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Un debutto tardivo
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di robogg [user #204] - pubblicato il 23 marzo 2003 ore 15:01
Ieri, dopo decenni di quintetti, quartetti, sestetti, trietti (?) e anche dui (??) ho accettato, non senza una certa apprensione, di fare una performance da solo.
Acustica artigianale by Carletto Raspagni nell'impianto, no effetti, no riverbero. Solo chitarra, cavo e voce. Non c'e' trucco, non c'e' inganno, sei quello che fai. La vera anima del blues.
Dopo i primi 3/4 pezzi impacciati e suonati nervosamente ho finalmente scoperto e apprezzato la unicita' della configurazione One Man Band: totale liberta' espressiva e interpretativa. Accelleri, rallenti, espandi al massimo le dinamiche senza avere il problema di far capire agli altri le tue intenzioni (principale problema di ogni cantante chitarrista) e non hai nemmano il problema di quelli che ti ammazzano la voce con strumenti a manetta avviatati in inutili orpelli di note. Che goduria! puoi anche fare quelle cose che hai da sempre nei cromosomi ma che non sono da "gruppo": un The Boxer per esempio, un Norvegian Wood o un attualissmo C'era Un Ragazzo....
Perche' ho aspettato tanto? Oggi, giorno del mio 53mo compleanno, ho capito cosa voglio fare da grande.P.S.Considerazione tecnica: se suoni da solo non hai nemmeno il problema di stare nelle misure standard, che a mio parere sono un limite non da poco alla interpretativita'. Ma chi l'ha detto, ad esempio, che le 12 misure devono essere 12? John Lee Hooker insegna ma bassisti e batteristi, si sa, hanno spesso il paraocchi e, invece di calarsi nel mood, contano le misure.
Allora tanto vale usare un sequencer. Cos'e' un batterobassista confronto a JLH?
Cosa dire poi di certi live di Muddy Waters?
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Ieri, dopo decenni di quintetti, quartetti, sestetti, trietti (?) e anche dui (??) ho accettato, non senza una certa apprensione, di fare una performance da solo.
Acustica artigianale by Carletto Raspagni nell'impianto, no effetti, no riverbero. Solo chitarra, cavo e voce. Non c'e' trucco, non c'e' inganno, sei quello che fai. La vera anima del blues.
Dopo i primi 3/4 pezzi impacciati e suonati nervosamente ho finalmente scoperto e apprezzato la unicita' della configurazione One Man Band: totale liberta' espressiva e interpretativa. Accelleri, rallenti, espandi al massimo le dinamiche senza avere il problema di far capire agli altri le tue intenzioni (principale problema di ogni cantante chitarrista) e non hai nemmano il problema di quelli che ti ammazzano la voce con strumenti a manetta avviatati in inutili orpelli di note. Che goduria! puoi anche fare quelle cose che hai da sempre nei cromosomi ma che non sono da "gruppo": un The Boxer per esempio, un Norvegian Wood o un attualissmo C'era Un Ragazzo....
Perche' ho aspettato tanto? Oggi, giorno del mio 53mo compleanno, ho capito cosa voglio fare da grande. P.S.Considerazione tecnica: se suoni da solo non hai nemmeno il problema di stare nelle misure standard, che a mio parere sono un limite non da poco alla interpretativita'. Ma chi l'ha detto, ad esempio, che le 12 misure devono essere 12? John Lee Hooker insegna ma bassisti e batteristi, si sa, hanno spesso il paraocchi e, invece di calarsi nel mood, contano le misure.
Allora tanto vale usare un sequencer. Cos'e' un batterobassista confronto a JLH?
Cosa dire poi di certi live di Muddy Waters? |
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