Il 2012 è appena cominciato ed è già di una noia mortale.
Il primo lunedì dell'anno è infinitamente uggioso, oscuro e a tratti piovoso. Sono discretamente metereopatico e giornate del genere di solito mi mettono un gran mal di testa, ancor più intenso da quando qualche mese fa un colpo di frusta mi ha "rubato" la cifosi cervicale... Ma questa è un'altra storia, direbbero gli inglesi.
Resta il fatto che questa mattina, mentre cuocevo di noia, mi cade l'occhio sulla torre di vecchi libri accatastata sul pavimento la cui destinazione sarà prevedibilmente la soffitta (anche se da settimane nessuno si è preso la briga di portarceli davvero). Decido di dargli uno sguardo, giusto per capire in base a quale criterio le donne di casa hanno scelto di gettarli nel dimenticatoio... Sì be', si tratta in effetti di volumi polverosi che non si è soliti leggere quando si è in cerca di un po' di relax (Divine Commedie varie e altri volumi altrettanto classici e antichi). Non avendo voglia di prendere il malloppo e portarlo in soffitta, decido di sfogliare a casaccio qualche volume sprofondando senza tempo nei ricordi di scuole medie e superiori. In particolare mi capita a tiro una versione in prosa dell'Odissea dalla copertina molto sbiadita (probabilmente ha servito solennemente il ciclo scolastico di ciascun cugino della mia famiglia, di cui io sono l'ultimo) che ricordo di aver dovuto leggere alle scuole medie: la calligrafia degli appunti a margine non mente. Sorridendo ricordo quanto mi abbia fatto schifo all'epoca, e quanto invece mi sia piaciuto rileggerlo qualche anno dopo.
Poco dopo mi rompo di colpo le palle e, tornando alla realtà, ri-impilo alla benemeglio tutto il librame.
Nel tardo pomeriggio, nemmeno la consueta schitarrata giornaliera riesce ad alleviare la noia che nel frattempo è lievitata a causa di tediose commissioni pomeridiane. Navigando svogliatamente in rete, finisco in un album di fotografie che ritraggono alcuni esemplari originali di chitarre, alcune forzatamente bizzarre e altre tutto sommato abbastanza carine.
A questo punto si materializza un'idea semplicemente cretina a cui però, nel pericoloso mix di noia ed emicrania, non sono riuscito a sottrarmi: disegnare una chitarra da zero.
Avendo limitate capacità grafiche e con la fantasia irrimediabilmente compromessa dalla polverosa pila di libri ai miei piedi, ecco quel che ne è venuto fuori:
Iliade
È chiaramente una Telecaster impreziosita (?) da un ricciolo scavato sulla spalla destra, vagamente greek oriented. Il body in mogano ospita una coppia di mini humbucker, a ciascuno dei quali può essere regolato il volume d'uscita singolarmente. Niente controlli di tono (non li uso mai), mentre il selettore, un toggle switch a tre posizioni, è fissato sull'estremità del battipenna. Il manico è in mogano con la tastiera in ebano (se devo sognare, lasciatemelo fare alla grande)... La paletta riprende la licenza creativa del body, con un ricciolo uguale sulla sua estremità calante (non chiedetemi come si faccia a realizzare: a penna il risultato è d'effetto, e questo mi basta).
Finitura gloss natural, con battipenna nero e hardware cromato.
Odissea
Un po' più particolare è invece la chitarra di Ullisse...
Il body è quello di una Telecaster a doppia spalla mancante perfettamente simmetrico. La scelta dei legni è ricaduta su una sorta di sandwitch tra tra zebrano (?) e tiglio: è una soluzione che ho naturalmente scopiazzato in giro (credevate forse che sarei riuscito a concepire ex novo una cosa simile?). Lo zebrawood, oltre ad essere assolutamente fantastico da vedere, aggiunge un attacco molto brillante al suono molto più scuro del tiglio (che oltretutto ha lo scopo di rendere un po' più leggero il prodotto finale)... che sia vero o meno non ne ho la più pallida idea, ma le foto erano così belle che non potevo non adottarne i segreti. I pickup sono evidentemente tre single coil, in una configurazione che è chiaramente Strat oriented. Il battipenna esteso ha una lacerazione visibile nella parte superiore: non mi andava di coprire troppo il body e l'immagine mi fa ricordare un po' le vele strappate di una nave...
Il manico, in acero con tastiera in ebano, è glorificato da una paletta brutta: non sono riuscito a fare di meglio. La finitura è satin natural, il battipenna bianco con i copri pickup neri e l'hardware cromato.
A questo punto mi rendo conto di aver esagerato nei dettagli e di non essere andato troppo lontano dai soliti modelli già esistenti (che tra l'altro sembrano assemblati a casaccio)... Il risultato conferma che la cura per la mia insanità mentale è l'acquisto di una Telecaster e che mi confermo un pessimo costruttore.
Tranquilli, il foglio probabilmente giacerà a vita dentro un cassetto. Ma se non altro mi è passato il mal di testa :-)