Si è molto parlato di rumore, riguardo a SHG. Di solito in senso negativo, ma io ho imparato qualcosa di interessante. O meglio, ne ho avuto conferma. La confusione che a tratti ha disturbato molti frequentatori di SHG era -in parte- determinata dal volume degli amplificatori in prova, spesso in competizione reciproca per prevalere sul suono prodotto dal vicino. Come dei bambini, diversi chitarristi, spinti dall'irresistibile pulsione di dare sfoggio della propria abilità, approfittavano della potenza offerta generosamente dalle molte testate da 50 o 100W, collegate ad imponenti casse 4X12". Come se i muscoli degli amplificatori fossero i loro, hehehe. A volte, ahimè, il risultato era un suono forte, sì, ma confuso. Aneddoto. Nell'angolino di Gwynnett, vicino alla postazione di Accordo, abbiamo provato e fatto provare le due testate progettate e costruite da Paolo. La mia "20W" e la piccolissima, deliziosa (ma peperina) Twiggy da quasi 6W, che molti di voi conoscono già. Le due testatine erano collegate ad una piccola cassa con un singolo Celestion V30, oltretutto open back. Nonostante le attenzioni riservate a chi stava provando altri strumenti nelle vicinanze, ad un certo punto Lorenzo (alias Gwynnett junior) è stato redarguito da un signore che protestava per l'eccessivo volume, che "copriva gli altri suoni". In realtà sarebbe bastato spostarsi di cinque metri per sentire quali fossero i livelli in altre zone, ma il punto non è questo. Lo sguardo sornione di Paolo e il suo eloquente sorriso lasciavano trasparire la soddisfazione di chi ha appena ricevuto un complimento del tutto involontario. Uno sguardo al banco rivelava infatti che a suonare era la piccola Twiggy, con il master grosso modo a metà: 3 o 4 watt al massimo, insomma. Eppure "bucava" tutti i suoni intorno a sè, emergendo nitida e comprensibile, lasciando supporre una potenza superiore di almeno un ordine di grandezza. Perché?
Ancora una volta ho avuto la dimostrazione che la potenza di un amplificatore, anche se espressa in watts RMS (oggettiva, quindi), in realtà non ci dice un gran che ne' su quanto forte suoni (o meglio: si percepisca), ne' su COME suoni. Evidentemente la capacità di riprodurre le frequenze e le armoniche "giuste" non è scontata, e solo gli amplificatori di razza sanno trasmettere il suono nella maniera che noi troviamo più gradevole ed efficace. Di conseguenza, non hanno affatto bisogno di mostrare i muscoli. Propongo quindi l'introduzione di una nuova unità di misura, il GwynnettWatt (GW) ;)
"Class is not water" (se poi è classe A…). |