di TidalRace [user #16055] - pubblicato il 04 settembre 2012 ore 20:40
Due anni fa, fui contattato da un assiduo accordiano del periodo e subissato di email per la costruzione di una testata valvolare, monocanale, avente come finali una coppia di 6L6, adatto per generi tranquilli e comunque non metal e con un’estetica di color oro. Ci fu uno scambio d’informazioni che superarono le cento richieste, volte a modificare, confermare, ritrattare le caratteristiche dell’oggetto. Dopo un mio iniziale scetticismo, ci accordammo per una testata composta, oltre dalla coppia di finali, per una potenza di venti watt, da due 12AX7, con rettificazione a stato solido, il tutto racchiuso in un box di legno, non rivestito. Dato che all’epoca mi stavo dedicando ad altro, ho proposto che la costruzione materiale della testata, fosse affidata a mio fratello Emanuele a Milano, che aveva espresso questo desiderio tempo prima, presso il suo ex negozio. Realizzo il progetto, con un preamplificatore simile a un canale dei vecchi valvolari Fender, arricchendolo però di ben cinque manopole push-pull, per modificarne la timbrica, senza occupare ulteriore spazio nel pannello. Il finale utilizza uno schema push-pull in classe A1, come da datasheet delle 6L6, alimentato a tensione relativamente bassa e con le chicche delle funzioni Pentodo/Triodo, della possibilità di tarare il bias in maniera semplice tramite un comune tester, come richiesto dall’interessato e la possibilità di diminuirne la corrente di bias, per ottenere meno potenza, meno calore generato e una durata maggiore delle valvole di potenza. Purtroppo, poco tempo dopo l’inizio della costruzione, Emanuele si è trovato nella condizione di chiudere il negozio e trovarsi un nuovo lavoro, relegando questa realizzazione, nei ritagli di tempo. Solo il telaio e le scritte, sono state realizzate da aziende della mia zona, mentre la costruzione e verniciatura del box, con tanto d’incastri a coda di rondine, la realizzazione delle due griglie, dove ha avuto carta bianca per l’idea, il montaggio dei pezzi con la tecnica del point-to-point, su un mio disegno, è stata opera sua. Tale realizzazione ha richiesto circa un anno di lavoro, poi per mancanza di tempo, non è stato possibile il mio controllo elettronico del circuito, per trovarne i difetti, e così è passato un ulteriore anno. Finalmente, però, a luglio di quest’anno, la testata è arrivata a casa mia per il controllo finale, della potenza, delle tensioni e correnti assorbite e del funzionamento generale dei controlli di tono, prima della spedizione finale. Poiché nei miei passati diari avevo parlato di questa testata, d’accordo con il richiedente, AndyFender, vi propongo quest’articolo, con tanto di video realizzato in un negozio della zona.
Il circuito è relativamente semplice. Esso possiede un doppio ingresso ad alta e bassa impedenza, con differenza di sensibilità di sei dB, in puro stile Fender, tale segnale elevato dal primo triodo della prima valvola, arriva ai tre classici controlli di tono, tutti equipaggiati di selettore push-pull, per modificarne la gamma d’intervento e la relativa ampiezza, con evidente vantaggio in gamma media. Dopo il volume d’uscita, qui chiamato Gain, con relativo Bright sempre sul push-pull, il segnale è nuovamente amplificato dal secondo triodo della stessa valvola, per arrivare al controllo di volume Master, anch’esso equipaggiato di push-pull per rafforzare le basse frequenze quando si suona a volumi casalinghi, ingannando l’orecchio. Il primo triodo della seconda valvola, è invece predisposto per pilotare il loop effetti, con una configurazione in “Cathode-Follower”, per arrivare allo stadio che pilota le due finali, cioè un solo triodo in configurazione “Split Load Phase Inverter”, detto comunemente “a coda corta”, la quale si differenzia dal “Long Tail Pair Phase Inverter”, detto anche “a coda lunga”, che sfrutta due triodi. Il circuito non prevede controreazione sul finale di potenza, ma presenta comunque un controllo di Presence, l’unico potenziometro senza push-pull del pannello anteriore. I tre interruttori che completano il pannello anteriore, sono, il selettore Pentodo/Triodo, lo Stand-by e quello di rete, oltre alla gemma d’accensione. La scelta di usare solo due valvole 12AX7 nel preamplificatore e per la sfasatrice, è dovuta alla richiesta di limitare la saturazione del preamplificatore, ottimizzandone quindi l’uso. Il motivo quindi di usare la sfasatrice a “coda corta” era d’obbligo, per non aggiungere un altro tubo. Tale soluzione, ha permesso di sfruttare il diverso segnale che arriva alle due finali, per raggiungere una più elevata distorsione di seconda armonica, tipica della classe A. Se, i segnali provenienti dalla sfasatrice, fossero stati identici e con la sola fase in opposizione, si sarebbe avuto un finale totalmente simmetrico, smorzando le armoniche d’ordine pari, con un segnale d’uscita perfettamente simmetrico. La prova visiva di quest’asimmetria si ritrova nella differente luminosità delle valvole finali, l’emissione di colore blu, quando sono sollecitate da un segnale di una certa ampiezza. Nel pannello posteriore, trovano posto il connettore per il cavo d’alimentazione scollegabile, con fusibile annesso, il selettore per il Ground a tre posizioni, il trimmer per l’Hum-Balance, proprio come molti vecchi amplificatori Fender valvolari, seguiti dalle due uscite a quattro e otto ohm. La sezione di Bias, prevede un potenziometro senza manopola, per non rischiare di spostarlo involontariamente, vicino a due connettori Rca in cui porre i terminali del tester, connessi a una resistenza da un ohm al 2% in serie sui catodi delle finali. Una manopola chiamata Limiter, ci fa scendere il valore del Bias a un quarto della corrente nominale, mentre un selettore ci permette di bypassare quest’ultimo controllo, per passare immediatamente fra i due valori di Bias. Un loop effetti a metà tra un seriale e un parallelo, ci permette d’inserire le modulazioni, che dovranno gestire ampiezze del segnale discretamente elevate. La realizzazione della struttura era stata prevista, in un primo momento, in un legno chiamato Pau-Rosa, della famiglia dei palissandri, dalle venature molto belle, abbandonato poi per l’estrema difficoltà di taglio, anche con le attrezzature di un falegname, a favore di un classico multistrato di betulla, scurito con un color noce e rifinito con la gommalacca. Due strisce di questo Pau-Rosa, sono state utilizzate per interrompere la grande superficie delle griglie e rendere otticamente la testata più bassa. La scritta ‘Andy’ sull’ellisse al centro della testata, è stata realizzata da un’azienda artigiana su una base di plexiglass e incisa su una lamina dorata, che come le altre sotto il nome del modello, volute proprio da AndyFender. Descrivere come suona questa testata, è relativamente semplice, poiché il preamplificatore è molto Fenderiano, mentre il finale utilizza una circuitazione simile al Pro Junior, da quindici watt, sempre di casa Fender. Se si utilizzano i push-pull, si va ad arricchire la gamma media, portando a sonorità più simili ai Mesa o comunque amplificatori moderni, che hanno suoni più pieni. Il selettore Deep sul controllo Master e il Presence, ci permettono di controllare il suono dopo la saturazione delle valvole preamplificatrici, cui occorrono un overdrive o un booster, per farle saturare in maniera decisa. Con una chitarra dotata di single-coil, la saturazione del preamplificatore è in pratica impossibile, mentre con degli humbucker è appena accennata. La selezione del modo Triodo, ci permette di passare dalla piena potenza del modo Pentodo, a una potenza ridotta a circa sei watt e mezzo, dal sound più caldo, per la maggiore presenza d’armoniche pari, mentre la riduzione della corrente di bias tramite il controllo Limiter del pannello posteriore, procura un calo di volume, ma non della massima potenza erogabile. Solo dopo averlo ascoltato, ho capito questa richiesta, data la presenza sul mercato di testate di media-bassa potenza, tutte incentrate sulla massima saturazione valvolare, a volumi più umani, ma che spesso non permettono una variazione molto precisa del volume d’emissione, dovuta alla poca linearità del volume d’uscita. Spesso, la grande saturazione, si traduce anche nella mancanza di un vero suono pulito, per l’impossibilità di un’efficace regolazione dei controlli. La testata ha dimensioni di 42 cm di larghezza, 28 cm d’altezza e 25 di profondità e denuncia un peso di oltre undici kg, dovuti all’utilizzo del legno multistrato per la struttura e di due trasformatori di dimensioni considerevoli.
Prima di passare ai due video registrati in un negozio, vorrei precisare un paio di cose. La testata è stata pensata e realizzata, in un periodo in cui avevo obiettivi diversi da oggi e quest’articolo vuole solo esaudire il desiderio di chi voleva ascoltarla, avendone già parlato tempo fa, ma non ha nessuna pretesa pubblicitaria. Durante la prova abbiamo avuto molti problemi d’accordatura, perché il poco tempo di preavviso, non ha permesso un’accordatura stabile delle corde nuove, inoltre uno dei commessi del negozio, ci aveva avvertito che la presenza del vicino aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara Marittima, procura un sibilo sulle apparecchiature elettroniche dovute all’utilizzo dei radar, che ha dato un po’ di noia.
L’ultimo video è stato realizzato in casa mia, per farvi apprezzare il funzionamento di tutti i comandi, mentre altri video li potrete vedere nel mio canale di YouTube.
Nel salutarvi vi ringrazio per gli eventuali commenti che invierete.