La musica, come tutti i prodotti culturali umani, ha un’evoluzione simile a quella del mondo organico.
L’ultima sparata in fatto di biologia musicale arriva da un’equipe di studiosi dell’Imperial College di Londra, i quali hanno avviato un progetto volto a dimostrare come le super hit siano frutto di una selezione naturale in senso darwiniano. Alcuni “mutanti culturali” muoiono, mentre altri sono destinati a una lunga vita, ma quali sono i fattori determinanti del successo di una canzone?
Per trovare una risposta i ricercatori hanno elaborato Darwin Tunes, programma basato su un algoritmo in grado di creare brevi sequenze musicali a partire da suoni casuali, poi valutate (selezionate naturalmente) da 7mila utenti in internet. I brani meno fortunati si sono estinti, mentre quelli più popolari sono rientrati nel programma per evolvere ulteriormente in composizioni più complesse.
Attraverso numerosissimi cicli evolutivi, insomma, i suoni di partenza dovrebbero mutare e condurre a hit di successo seguendo i gusti del pubblico.
Semplice esperimento di laboratorio? Una forma democratica di musica? Il successo di un brano è davvero “calcolabile”? Senza l’intervento di un compositore potremmo parlare di vera musica?