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Scitterà
Un giorno una certa famiglia tornava dalla chiesa; con l’anima in pace tornava dall’aver sentito la messa, e s’erano confessati e avevano preso la comunione. Ma tutt’a un tratto, arrivati all’angolo della chiesa, viderono una gatta che, in mezzo alla spazzatura, si stava spolpando due teste di pesce.
E guarda un po’ la vecchiarella, che sapeva tutto lei, “Padre, figlio e Spirito Santo” gridava a tutti quanti. “Oh madonna, una gatta nera, mamma mia, è cattivo segno; figli miei, una gatta nera porta sempre iettatura. Uè figli miei, dalla iettatura dovete guardarvi, e per non avere sventura ora dobbiamo scacciare la gatta”.
“E scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà”, le gridava la vecchierella, “scitt, scitt, scitterà”.
Guarda un po’ questa famiglia, proprio qui in mezzo alla strada, si scordò tutti i santi e si grattarono tutti davanti. E mentre si grattava davanti, e mentre le faceva le corna, tutta quanta questa famiglia le gridava “Scitterà”.
“E scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà”, questi bravi cristiani le gridavano “Scitterà”.
La gente di tutto il quartiere sentì le grida. La gente, sentendo le grida, uscì per la strada. La gente, andando fuori vide la gatta. La gente, vedendo la gatta, scappò in casa, prese la frusta, prese il frustino, corse all’angolo per andare a cacciarla.
“Scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà”, tutto quanto il quartiere le gridava “Scitterà”.
E chi le dava una pedata, chi la prendeva a botte di pietra, quella gatta disperata si lamentava di strada in strada. “Ma che colpa ho io se ho il colore nero, prendetevela con la natura che mi ha dato il pelo scuro. Io sono un’anima innocente, non faccio male a nessuno, mi faccio i cazzi miei, uè, lasciatemi perdere”.
Ma nessuno voleva capire cosa fosse quel “Miao, miao”, ognuno sapeva che era il lamento di un cattivo gatto nero. E a questo mondo non c’è un sordo peggiore di un sordo che non vuol sentire, e per questo tutta la gente le gridava “Scitterà”.
“E scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà”, tutto quanto il quartiere le gridava “Scitterà”.
Di strada in strada è sempre la stessa canzone: la gente la colpisce con la scopa o a botte di pietra, ognugno se ne frega poco di quel lamento. Capisce solo che è il lamento schifoso di un gatto iettatore che bisogna cacciare da questa strada, da questo quartiere, da questo paese.
“E scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà”, tutto quanto il paese le gridava “Scitterà”.
“Oh, sia per l’amor di Dio, sia fatta la volontà di Cristo”, si lagnava di strada in strada, si lagnava di angolo in angolo. Ma fuori dal paese usciti, credevano di averla finita, però gridarono: “Se la lasciamo, questa torna a cacarci il c****. Dobbiamo trovare un posto buono per toglierci questo imbarazzo, dobbiamo andare a gettarla giù alla grava di Minghiazzo.
E chi la prese per le orecchie, chi la prese per le zampe, in quattro e quattr’otto la buttarono dritta abbasso. E sopra la grava, quel giorno, sorella, madre, padre e figli, per sistemarsi la coscienza facevano ‘a scarica barile’. “No, non sono stato io, è stato il cane della masseria” si gridavano l’uno con l’altro, e tornavano sulla via di casa.
Ma sola, triste e insanguinata, quella gatta sventurata si incazzava per questa sorte, questa sorte disgraziata. “Ah, quanto è scema la gente del mondo, la gente del mondo quanto è scema, e per quanto la gente è scema, così diventa infame. Ma che colpa ho io, qui la colpa è tutta sua, ma l’uccello piscia il letto e il culo prende le mazzate”. E si dimenava per terra per il dolore e la sventura, ah, quelle grida nel cervello sono mazzate di martello.
E scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, quelle grida nel cervello sono mazzate di martello.
E scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, quelle grida nel cervello sono mazzate di martello.
E scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, quelle grida nel cervello sono mazzate di martello.
E scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitt, scitterà.